martedì 5 aprile 2011

6-4-DUE ANNI DOPO

 Una scenografia.


La scenografia di un film senza attori.
Rappresenta una città deserta, per metà illuminata.
Un battito di mani riecheggia per cento volte, per poche decine di secondi,
tra i portici abbandonati.
Sarebbe quasi una città appena costruita
in cui solo alcuni muri sono da completare:
i mattoni pronti per la messa in opera, le impalcature già montate...
Solo piccoli particolari svelano invece la sua vita vissuta,
scritte sui muri, pezzi di manifesti strappati dal vento,
una sciarpa impigliata tra il ferro di una trave
schiacciata sotto una forza immane.
Sembrerebbe lo sfondo di un'epica battaglia
tra il bene e il male, tra supereroi,
potenze universali, giganti immaginari...


La battaglia c'è stata, tra la vita e la morte
ma era più interna, intima,
e non è lei che ha spezzato i muri delle case.
C'è ancora chi combatte dentro sé,
pur avendo vinto la sfida di quella notte;
resiste ancora con l'ultimo grammo di forza
nel suo cuore. Resiste per non perire,
per sopravvivere ancora una volta,
per non far spegnere l'anima e il fuoco
che brucia nei suoi occhi.
Combatte ancora, per chi ha perduto in quella notte,
per il ricordo che non deve svanire,
che deve ancora ardere nelle coscienze,
che dev'essere un impegno, che dev'essere mantenuto!


Ancora tutti stringiamo i denti, ma
la terra non urla più sotto i nostri piedi.
Ancora tutti chiudiamo gli occhi per la paura
per poi riaprirli quand'è domani, 
quand'anche l'ultima nostra voce abbia gridato forte ancora
che le parole son bell'e care
ma il vento sempre se le prende,
che le parole son bell'e care
ma il vento sempre se le prende...

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