martedì 30 novembre 2010

LOS JUEGOS DE LA JUVENTUS (che non è la squadra)

LOS JUEGOS DE LA JUVENTUS (che non è la squadra) vuol dire: I Giochi della Gioventù (che non è la squadra) il testo tra parentesi non è traducibile e si lascia così com'è.
Eh sì stanno proprio per ricominciare... nei miei ricordi........(suono di arpa che indica l'inizio del sogno) i giochi della gioventù! Ecco che la classe di piccoli pecoroni delle elementari si apprestano ad arrivare al "campo sportivo polivalente 3D" di Castro. Parte la marcetta dell'inno alla gioia che ogni tanto si inceppa....la cassetta era doppiata male, a tratti si sentiva la traccia di sotto che era Mr.Bombastic.
Sventolio di bandierine una per ogni nazione del mondo. Io naturalmente patteggiavo per la causa delle nazioni sfigate, così ho scelto la bandiera della Repubblica Ceco-Slovacca. Peccato che il mio atlante era di seconda mano e l'ultima volta che era stato aperto si ascoltavano gli ABBA e si ballava la disco anni '70. In pratica ho portato la bandiera di uno stato inesistente dato che la Cecoslovacchia si era da tempo divisa in Repubblica Ceca e Slovacchia....
Comunque una volta scherati ci suddividono in squadre..ora non le ricordo tutte ma io stavo in quella dei polipi (o forse erano piovre?- sempre molluschi tuttavia), il nome era tutto un programma. Ma noi eravamo orgogliosi di partecipare, mica potevamo vincere? Noi, i molluschi, senza spina dorsale, snervati, amebe, cervelli fini dalla testa inutilmente grossa, piena-oltretutto- d'acqua. Eravamo l'incarnazione stessa del fondamento filosofico di quei giochi dettato da DeCoubertin in persona. Ecco da dove veniva il nostro orgoglio, dal sapere che eravamo destinati a perdere contro tutti, carne da macello fresca!
Le specialità in cui competevamo erano:
  • Tiro alla fune: i cinque più forti di ogni classe sfidavano un'altra squadra formata allo stesso modo. Chi perdeva oltre allo sdegno dei genitori, si beccava ingenti sbucciature alle ginocchia provocate dalla rovinosa caduta sul campetto di ghiaia.
  • Corsa ad ostacoli: uno ad uno si procede in un impervio percorso che consta di  cerchi di legno posizionati per terra con il seguente significato: cerchio singolo= piedi uniti, cerchio doppio= gambe aperte un piede in ogni cerchio, alla fine l'ostacolo bonus: la barra da scavalcare stile "staccionata olio Cuore". Chi cadeva si sbucciava sempre le ginocchia perchè il campo di calcetto era di cemento stile campetto da Basket di Harlem.
  • La corsa dei Cerchi: una corsa andata-ritorno facendo ruotare un cerchione di bicicletta (senza copertone nè raggi) per mezzo di un bastone di legno. Gli atleti dovevano far fronte a grande pazienza e nervi d'acciaio combinati con una velocità da centometrista!
La nostra squadra ha fatto pena su tutti i fronti. Persino i cerchi della corsa ad ostacoli si rifiutavano di collaborare e si spostavano ogni qual volta uno ci saltava dentro.. Rimaneva un'ultima possibilità, non per vincere, ma per perdere degnamente. L'ultima prova, la più difficile e sfuggente di tutte, la corsa dei cerchi appunto. Questa tecnica racchiudeva in sè secoli di storia, le ultime ricerche confermano con fonti certe che era praticata fin dalla scoperta della ruota. Solo in seguito i primitivi capirono che l'asse andava collocato dentro al buco della ruota e non usato per spingerla!
Per scegliere il rappresentante di questa disciplina vennero convocati cinque valorosi tra cui io, ma quando venne il momento di fare un passo avanti per offrirsi come volontari, tutti fecero un passo indietro e rimasi solo io volontario a mia insaputa.
Gli schieramenti erano pronti sulla linea di partenza; le mani mi sudavano, mi sistemai il cappello per protegermi da eventuali raggi solari sbiechi che avrebbero potuto compromettere la mia performance, tirai su i calzini per avere un minor impatto aerodinamico, e al fischio ero pronto. Immediatamente il cerchione scintillante cominciò a viaggiare davanti a me sospinto dal sapiente bastone che io stesso avevo decorato con il mio nome avvolto dalle fiamme. C'era ancora speranza, gli incitamenti si facevano più forti da parte della squadra dei polipi, anch'io cominciavo a crederci ma dopo due metri il cerchione prese volontà propria e si divelse dal giogo della mia di volontà, andando avanti da solo e cadendo roteando rovinosamente fuori pista.
Il destino mi fu avverso, perdetti in pochi secondi la speranza, l'onore e l'ormai irraggiungibile gloria.
Ma nonostante tutto le grida di tifo (beh con i molluschi si rischia il tifo- eheh..) e di euforia alle mie spalle non accennavano a smettere, possibile tanta contentezza per un perdente prima ancora che partecipante?
La risposta fu chiara quando girandomi notai che gli altri sfidanti erano fermi sulla linea di partenza ancora alle prese con bastone e cerchio cercando di farlo partire!
Avevo vinto! Vinto! Vintooo!
Coriandoli multicolori svolazzavano su di me lanciati da chissà chi, ragazze avvenenti in bikini mi consegnavano una ghirlanda di fiori e la coppa della vittoria. Ma erano solo le maestre che dicevano "bravobravo" stappando una bottiglia di spumantino sottomarca. Mi era caduto il cappello e il sole in faccia, si sa, giochi brutti scherzi.
Alla fine della tenzone avevamo comunque perso come squadra, ma una volta tornati a scuola festeggiammo in classe con quella bottiglia di spumantino ormai semivuota e caldissima.
Finisce così, nella mia memoria, il ricordo di quella giornata che tante emozioni ci donò, magari non è stata precisamente così, ma il tempo mischia le carte.
Vi lascio in calce una foto a testimonianza dell'ardua impresa.

-Da notare i calzini aerodinamici e il cappellino-parasole, peccato per le decorazioni del bastone che qui non sono visibili-

mercoledì 20 ottobre 2010

TRASCORSI DI GIOVENTU'...bruciata

  Ciao a tutti, siamo ad ottobre inoltrato e non vi scrivo da settembre inoltrato. Ho dovuto inoltrare questo post ad un paio di amici sennò non portava fortuna; questi, per tema che la sfiga li seguisse, l'hanno inoltrato a loro volta, e così via di volta in volta in maniera esponenziale. Alla fine è stato inoltrato così tante volte che per la legge dei grandi numeri (che per chiarezza esporrò in appendice) è tornato a me.
Se per caso non vi è arrivato in questo giro di vite, vuol dire che non avete nemmeno un amico, ed io da grande amico qual sono ve lo regalo inoltrandovelo a mia volta.

Comunque è ottobre, l'università è ricominciata, scioperi qua scioperi là, funiculì-fniculà, voci di corridoio, esami da sostenere, esami finti, trappole burocratiche e segreterie infingarde. Ricomincia insomma la solita vita invernale di ogni giovane medio italiano. Poi l'autunno si sa, stagione in via di estinzione e, per tanto, tempo di ripensamenti, riflessioni, ricordi.
Proprio l'altro giorno si parlava con i coinquilini di ricordi d'infanzia e gioventù ormai trascorsa. Come tutte le volte che partono questi discorsi si arriva inevitabilmente con la mente ai ricordi primivi dell'asilo (o scuola materna per chi l'ha frequentata) e delle elementari (per chi le ha frequentate...).
Dal canto mio ho ricordi ridicoli delle elementari, e da qui forse hanno avuto origine le mie difficoltà coordinativo-articolatorie...cioè l'incapacità di fare sport alcuno!
Eccerto! A ben pensarci si dice che chi ben comincia è a ben metà dell'opera. Ben! Io ho mal cominciato... basta pensare che ci faceva educazione fisica lo stesso prof. di matematica (per arrotondare lo stipendio forse..). Eh sì perchè avevamo tre maestri, cioè due maestre e un maestro. Una era incaricata di svolgere italiano, musica ed educazione all'immagine; l'altra insegnava storia, geografia e studi sociali; infine avevamo matematica scienze ed educazione fisica col maestro!!! Proprio quel maestro terribile che urlava e che faceva piangere le compagne di classe, proprio quello che ai maschi tirava le sberle e i "picozzi", proprio quello che quando c'era educazione fisica tornava con la mente alla sua gioventù da balilla.
In effetti la lezione di ginnastica era al quanto strana... Il riscaldamento era opzionale, lo potevi anticipare all'ora di matematica se non sapevi fare le divisioni a due cifre, o durante la ricreazione se eri coinvolto in una delle molteplici risse nei bagni. Comunque, dopo il riscaldamento si andava fuori nel cortile. Il cortile circondava lo stabile della scuola, ai bordi vi erano delle aiuole (o aiole come si dice adesso) che contenevano l'orticello del bidello (periodicamente distrutto in seguito a calamità naturali improvvise), o maestosi alberi di pino marittimo -nome insegnatoci dal suddetto bidello, che in seguito scoprimmo essere un coldiretto di marijuana-.
Estate o inverno facevamo attività fisica all'aperto, o nel migliore dei casi nell'atrio, ma in quei casi faceva così freddo che dentro o fuori la differenza era impercettibile, dato che avevamo già perso la sensibilità del tatto e il 30% degli organi vitali era ibernato...
La lezione prevedeva svariati esercizi, anche fantasiosi direi e tutti presi da manuale dei giochi per il sabato fascista. Per prima cosa si insegnava a stare all'attenti e al riposo. Quando il maestro urlava "Aaaat-tenti!" si doveva stare pancia in dentro e petto in fuori, braccia lungo i fianchi piedi uniti e possibilmente sguardo fiero rivolto alla bandiera. Al grido di "Riii-po-so!" ci si rilassava col busto e si poteva mettere un piede divaricato avanti all'altro. E si andava avanti così finché qualcuno non sbagliava, e via con le legnate e gli immancabili picozzi!
Veniva poi la variazione sul tema: Sacco pieno/Sacco vuoto. Gioco antichissimo; si presume risalga all'epoca pre-biotica in cui alcuni protozoi (organismi unicellulari privi di intelligenza) si divertivano a riempirsi e svuotarsi d'acqua. Ora non è molto praticato per colpa di facebook, ma c'è ancora gente in grado di sbagliare ad eseguire i comandi, beccandosi  così lo scherno e la derisione dei protozoi.
La cosa più difficile era la "barra dell'equilibrio". In realtà non era una vera e propria barra...non ce l'avevamo a scuola. Ci adattavamo camminando sul bordo dell'aiuola/aiola che creava un gradino sottile ed infingardo. Cadute rovinose sulle piantine del bidello erano ricompensate da sberle e altri picozzi.
Infine era il turno de: "La palla saltellante". Questo era l'unico attrezzo vero e proprio che usavamo. Era l'unico esemplare della sua specie, l'unico....al mondo!
L'esercizio consisteva nell'ingroppare la palla gigante tenendosi ad un'apposita maniglia e....saltellare.
Questo era il premio per chi aveva eseguito i precedenti esercizi senza pecche, gli altri dovevano guardare, provare vergogna e incitare allo stesso tempo i compagni.
Cosi l'addestramento andava avanti per tutto l'anno scolastico. Tutto ciò era in preparazione per l'evento culmine, la massima aspirazione per ogni alunno: I Giochi della Gioventù.
Ma questo è un altro capitolo della nostra storia che più avanti vi racconterò.



Appendice 1: La legge dei grandi numeri
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-Aaaaat-tttentiiiii!!!!
SCARABUM SCARABUM SCARABUM (rumore dei picozzi)
-Riiii-po-so!


lunedì 13 settembre 2010

...SE C'E' LA PRIMA, SEMPRE CI SARA' UNA SECONDA VOLTA...

....purtroppo!
Ecco il mio secondo "coda-lavoro" in acquarello mode...
Un paesaggio estivo per salutare l'estate che al 31 agosto preciso ha deciso di svegnarsela e di andare nell'altro emisfero.... ci vediamo tra un anno bastarda!

lunedì 23 agosto 2010

C'E' SEMPRE UNA PRIMA VOLTA

Vi presento come promesso, il mio primo lavoretto all'acquerello. Non fateci caso, è pieno di errori e minchiate, ma mi interessava più che altro mettermi alla prova con qualcosa di finito e di sonso compiuto...anche se poi alla fine non ne ha. Comunque questa grande opera voleva ritrarre un padre che tiene d'occhio un figlio che sta correndo in un prato o roba simile...Alla fine è uscito una specie di maniaco in primo piano con un orrendo giaccone di quelli che non se ne vedono da secoli orsono, che segue da distanza ravvicinata uno sgorbio coi capelli al vento mezzo azzoppato con delle pinze trapiantate alla fine di quelle pseudo-braccia monche.
Ecco pure l'interpretazione del quadro, così non vi stancate a trovare articoli pallosi su internet (semmai vi fosse potuto venire lo slancio di volontà di fare ciò).
Ps: sì, il cielo è sbagliato..non sono riuscito a fare le nuvole, solo la loro ombra è rimasta...ma non vi ho detto che siamo sull'isola che non c'è dove anche le ombre non seguono per forza chi le possiede eheheh.

sabato 21 agosto 2010

LETTERATURA DISEGNATA-part1

   Capita a tutti, durante lunghe noiose ed estenuanti ore di lezione, di far evadere la mente scarabocchiando sui margini delle pagine del libro, dove non c'è scritto nulla. Ecco quello che sto per presentarvi. Questi sono i miei scarabocchi che vogliono somigliare a disegni sui libri. In particolare si tratta di disegni fatti sul libro di letteratura ed antologia "itagliana" usato (poco) nel III° anno di liceo.
L'idea di raccoglierli e metterli qui mi è venuta ieri. Infatti son dovuto andare a Maglie con mia sorella che doveva ordinare i libri nuovi per la scuola. Io già con uno sguardo navigato ho eslamato in tutta sicurezza: -Tanto ce li abbiamo già eheheh!
E invece il libraio con lo sguardo ancora più navigato di chi la sa lunga e con una vena di acido sarcasmo di chi dice "Ma credi che sono scemo?", mi dice: -Eh no! I libbri di letteratura itagliana sono nuovi ed è impossibile che ce li hai ggià!
Corpo di mille balene! Era vero!
E così mi è venuta la malsana pensata di fare questa cosa. e così sono andato a ripescare i vecchi libri dall'antro oscuro dello spazio-tempo che li ha preservati intatti. E così....
Ma perchè, perchè perchè? Perchè no? Solo per riempire queste pagine di ulteriori inutili obbrobbrrrriii? No, no, anche per ricordare i bei vecchi tempi in cui si stava meglio ma si stava peggio.
Bando alle ciance (o ciancie?), ed ecco a voi questi disegni maledetti!



Ecco i disegni al margine...
...e alcuni avanzi

mercoledì 18 agosto 2010

ACQUERELLO - e il mondo è più bello

Cari amici, finalmente dopo i vari impegni di ferragosto e dopo due settimane di ospitanza, ritrovo il tempo e il (dis)piacere di aggiornare codesto blog. Sembra incredibile, ma in questo preciso istante in cui scrivo sono alla piscina Zinzulusa, dove sapete che lavoro come bagnino. Non è che mi porto il pc al lavoro, ma sono furbo: infatti ho portato il mio quaderno degli appunti e la mia segretaria personale (mia sorella) che scrive ciò che penso sotto dettatura.
Aaaah! La Zinzulusa! Che posto stupendo. Soprattutto di inverno quando i parcheggi sono vuoti, le luci sono spente, il caldo smette di assillarti e il mare grigio borbotta sotto la scogliera sputando schiuma bianca. Sarebbe bello. Sarebbe bello immortalare un momento così. Bello.
Proprio per questo sto cercando di spingermi al di là (aldilà??), di mettermi in discussione, di aprire i miei orizzonti, di superare i miei limiti....ho deciso quindi di lavarmi!!!
-Ahahah...sè, come no?
A parte questo, voglio davvero cimentarmi in qualcosa di nuovo e di molto affascinante: L'ACQUERELLO.
Ho cominciato solo oggi a gattonare su questo nuovo pavimento, ma già pregusto il momento in cui camminerò lasciandomi dietro orme acquose su fogli di cotone... E vi dirò di più! Dato che siete dei lettori instancabili, anzi indefessi (sì, è proprio un'offesa!), vi voglio aggiornare su ogni miglioramento che faccio. Non credete che io sia un esibizionista o roba del genere, lungi da me! E' solo che così ho trovato una nuova scusa per evadere e per portare avanti il blog. Chissà che non ci esca davvero qualcosa di carino..
A parte tutto, il mio valoroso amico, nonchè compagno di vita Happy si è offerto a darmi una mano in questa impresa. Lui frequenta l'accademia di belle arti a Lecce e già mi ha svelato un paio di dritte eheh!
Comunque quest'oggi ho fatto un po' di esercizio. Per prima cosa ho collaudato il pennello facendo vari tratti e provando a stendere dei colori. L'ho visto fare in un video su YouTube e mi è sembrato un buon primo passo. Spero di non aver violato diritti alcuni, ma non credo, ho solo imparato delle cose (imparato...è un po' esagerato magari).
Ecco il mio risultato: si noti come oltre a provare tratti mi sono cimentato con principi di fondi, bassi fondi, ma più che altro di zone malfamate del Bronx. Nella penultima casella c'è pure un accenno al bagnato su bagnato, come dicono quelli del settore.

Da notare anche la dicitura del titolo che ho rigorosamente sbagliato ihih dimenticando la "c", ma l'importante non è sbagliare quanto perseverare, e infatti anche nella tavola seguente faccio la stessa cosa. Infatti qui di seguito vi presento la mia seconda fatica, che altri non è che un esercizio per capire il rapporto che c'è tra i vari colori e come possono essere generati. Vi anticipo da ora che l'esperimento non è riuscito ihihih. Però l'idea oltre che istruttiva era pure simpatica, infatti come potete vedere viene usata l'immagine di un cono gelato fatto da colori.

Ho ripreso il titolo stesso suggerito dal video: Cono Gelato tutti i gusti. Mi sono pure permesso di scrivere accanto il nome dei colori, ma non perchè credo nella vostra ignoranza (che è comunque rilevante) ma per chiarezza dato che sicuramente non sono proprio giuste le miscele di colore ottenute da me, e più che altro anche per ricordarmi come ho fatto a ottenere certe cose. A tal proposito vorrei apporre una piccola nota... il colore chiamato bistro (se si scrive così) dovrebbe essere quel piccolo triangolino in cui tutti e tre i colori primari si uniscono. La freccia punta un po' a caso perchè non volevo farla entrare dentro al disegno... idem vale per la freccia del verde ma quello tanto si capisce. Un colore non molto ben riuscito mi sa che è il viola, così come l'arancio pure...forse ho sbagliato qualcosa con il rosso, che magari non è proprio magenta o non so... poi può anche esser colpa dello scanner...anzi sicuramente! Qando qualcosa non va è sempre colpa dello scanner!
Vabbè detto questo vi saluto e torno nel mio ancestrale letargo!

Ps: Dimenticavo, un saluto a tutti da Alan Malvolti, vi vuole ancora bene!


martedì 27 luglio 2010

QUEL PICCOLO SENSO DI COLPA

Quel piccolo senso di colpa che non ti fa dormire, anche dopo una notte passata in amore. Lei dorme serena, ma tu vegli cosciente della tua pena.

sabato 24 luglio 2010

DOMANDE ESISTENZIALI #3

Ritorna in auge la vecchia rubrica delle domande esistenziali, con il tanto atteso terzo numero!
 
  Proprio l'altro ieri discutevo insieme a Peppe del mio ultimo esame (vedi post precedenti): microbiologia. Poi non so perchè ma, parlando di virus, retro-virus, flusso dell'informazione genetica, nascita e sviluppo delle cellule e della vita, siamo arrivati poi al punto morto, al nocciolo della nostra stessa esistenza: COME SI E' CREATA LA MATERIA?
  Voglio assicurarvi che non avevamo bevuto troppo, nè eravamo sotto effetto di qualche stupefacente. Come prova metto questa nostra foto risalente alla sera del fatto.
Me and Peppe
Ecco, fatta questa premessa posso continuare la divagazione..ehm il discorso... Comunque la nostra non era una domanda stupida, tutt'al più saranno stupidi quella che se la sono posta (la domanda). Ma a parte tutto è pur sempre un'occasione per riflettere un po'. Così come dei moderni Sherlok Holmes e dottor Watson, abbiamo cercato di analizzare la questione con i mezzi che avevamo a disposizione: un punto di vista creazionistico oppure con un metodo scientifico. E già qui si è ad un bivio difficilmente risolubile. Se considero che qualcuno ha creato la materia, poi devo pormi il problema del cosa, come dove e perché si è venuto a creare quel qualcuno. Da qui non ce ne usciamo più perchè siamo in un circolo vizioso.
Se invece procediamo razionalmente con un ragionamento scientifico, non siamo ancora in grado di dare una risposta precisa. E' strano ma le basi stesse della matematica (che ci permette di codificare tutto in un linguaggio scientificamente esatto e universale) sembrano avere un problema di fondo, perchè non riescono a soddisfare pienamente la descrizione di avvenimenti accaduti al di fuori del nostro ambiente-mondo. Infatti le due cose che comandano il nostro universo sono spazio e tempo. E' stato teorizzato (da un certo Alberto Einstenio mi pare...) che il tempo fosse relativo, ma basta pensare, per rendercene conto, che per noi il tempo di 1 secondo è brevissimo, mentre  per i batteri ( per i quali uno è un nonno se ha più di 48 ore) è un tempo lunghissimo, e le sue attività prendono tempi dell'ordine degli infinitesimi. Al contrario per noi un secolo è più di una vita, per un albero è un tempo non così tanto lungo.  Inoltre il tempo cambia a seconda se si è sulla Terra o in orbita ecc. ( per quest'ultima cosa c'è un esperimento fatto con due treni identici che poi non mi ricordo come andava a finire, ma entrambi percorrevano una stessa lunghezza alla stessa altissima velocità, solo che uno segnava un tempo e l'altro pochi millesimi in meno). Partendo da questi presupposti si può dunque considerare il tempo come infinito e infinitesimo. Infatti possiamo immaginare quantità di tempo enormi (i famosi eoni) e ci sono strumenti in grado di percepire frazioni di tempo piccolissime. Stando alla matematica potrei frazionare il tempo di 1 secondo infinite volte. Ma se ogni punto che trovo lo posso dividere a sua volta, sarà come giocare alle Matrioske! E per di più non mi muoverò da quel preciso istante in cui rimango bloccato nelle infinite frazioni.
A questo punto due sono le cose: o il tempo non esiste ed è tipo congelato, oppure i mezzi che abbiamo non bastano a capirlo, ma sono solo un espediente per descriverlo e cercare di catturare il segreto del suo fluire.
Lo stesso identico discorso vale per lo spazio, ma dato che già siete tornati a farvi i cazzi degli altri su Faccialibbro, lo lascio in sospeso e chi vuole si fa una ricerca su wikipedia. Occhio a non intasarla!
Comunque, da qui, sempre io e Peppe (sì quelli della foto a Parigi), abbiamo capito che c'è un problema di fondo e che molto probabilmente millenni di evoluzione del pensiero e della mente umana, non sono serviti ad altro che a complicarci la vita con cose inutili, quando, infine, il nostro vero scopo è vivere e basta. Non siamo adatti a capire il mistero del mondo in cui viviamo! Alla fine anche le piante hanno fatto così e se la passano alla grande sin dal lontano carbonifero in cui sono cominciate a comparire. Solo noi siamo rimasti sempre gli stessi zotici, nonostante dalle caverne siamo passati ai grattacieli.
Diamoci una regolata dai!

lunedì 19 luglio 2010

IL LAVORO RENDE LIBBERI- ma da cosa?

Caro amico blog,
ti scrivo così mi distraggo un po'... avrebbe detto Dalla se al tempo avesse scritto un blog. Ma non avrebbe detto: "Dalla!". Dalla avrebbe detto: "Caro amico blog ti scrivo". Lucio Dalla, intendo. Comunque, in-teso o in-rilassato, andiamo avanti.
Mi devo distrarre un po', ma non ho tempo neanche per questo. Sono in trappola, ma alla fine è stata una mia decisione. Ho deciso di accettare il lavoro propostomi nel post precedente, e al contempo di studiare per l'esame del 22 prossimo venturo, corrente mese ecc. Volete sapere il risultato? Ve lo lascio immaginare, l'equazione comunque è la seguente:
MATTINA A STUDIARE+CALDO+FRETTA+POMERIGGIO AL LAVORO+CAZZI TUOI CHE VANNO MALE= KABOOOOOOOOOM!!!!
E  in ogni variabile ci sono delle sotto-variabili che non fanno altro che peggiorare la situazione.
Per quanto riguarda lo studio, sto preparando microbiologia generale, che non è proprio l'esame più adatto per l'estate, in quanto lunghissimo e a tratti molto palloso.
Il lavoro, si sa, c'è sempre qualcosa che non va, colleghi scansafatiche che dicono di essere loro i responsabili (nominati da chi poi?) e al posto di dare il buon esempio ai nuovi arrivati stanno lì a non fare un cazzo dalla mattina alla sera. E se poi dici qualcosa a chi ti ha dato il lavoro, lamentandoti del collega fannullone, rischi pure che ti cacciano per colpa degli interessi di merda che hanno l'uno e l'altro.
Rabbia, rabbia e ancora più rabbia! Sono un cane idrofobo con la bava alla bocca! E più provo rabbia più il caldo mi fa ribollire il sangue e più mi incazzo! Per peggiorare il tutto c'è pure gente che ti mette fretta! Devi andare a cena? non fai in tempo a fare una doccia che è già ora. Devi uscire a rilassarti con i tuoi amici? Devi pure fare in fretta, che c'è quella che non vuole fare tardi, quella che ha problemi di ogni tipo, e tu che hai già i coglioni rotti devi pure sottostare alle leggi di questi caca-cazzo!
Approposito di amici poi... In questo periodo sarebbe meglio non averne affatto. Le sere sono diventate di una noia invivibile. Non mi aspettavo una simile pesantezza da parte delle persone che più conosco al mondo. Ma lasciamo perdere che è meglio, non voglio far diventare questo blog molto deprimente..che già..vabbè...
Comunque ecco tutto. Ecco il perchè del titolo, anche se non è solo il lavoro a rendere schiavi di se stessi, ma anche le situazioni di merda, le parole non dette, o quelle dette troppe volte, la gente ridicola che venderebbe pure sua madre pur di apparire e dimostrare che cosa se non, poi proprio, il suo essere ridicola?
Il mio ambiente vitale sta diventando a me ostile..vorrei essere un batterio che in condizioni del genere produce spore, che saranno tali fino a condizioni migliori...ihihi
A parte scherzi casa mia sta perdendo quella misticità che tanto si declama quando si è fuori. Spero tutto ciò passi e in fretta pure.

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 - E questo era l'estratto dal libro "IL LIBBRO DEI LIBBRI" del signor Malenzio Moziani. Condividete la sua idea di lavoro, di vita, di libbertà?
      -No, io avevo solo chiesto il menù!


domenica 11 luglio 2010

L'INGIUSTIZIA della SORTE

Salve a tutti, è da un po' che non ci si vede. Lo so, lo so, non sono più lo stesso, mi sono montato la testa (per cosa poi,boh?), ecc... Beh vi dico che non è per questi motivi che non scrivo da secoli qua sopra. La spiegazione è elementare (come diceva Sherlok Holmes). Non aggiorno il blog da quando son partito per Teramo, perchè lì purtroppo non v'è l'internèt! Anzi, anzi, a dire il vero nei ritagli di tempo ho messo qualcosa dalla sala pc dell'università, ma questo è un segreto che rimarrà solo tra me e le tag html del post. Ah ci siete pure voi..scusate ma da quando ho rifatto la facciata non vedo più nulla perchè ho pittato pure le finestre in nero...
Fatti i necessari convenevoli, veniamo alla vera causa per la quale mi sono scomodato a scrivere:
L'INGIUSTIZIA DELLA SORTE

Non fate quelle facce tipo "ecco lo sapevo, mo ci rompe il cazzo co' ste cose filosofiche". Magari è una cosa pallosa, pessimistica, leopardiana...ma io la vedo più come fantozziana, anzi fantozzesca che è più ridicolo ancora.
Ora vi spiego per bene. Quest'anno accademico è stato pieno di difficoltà (vedi trasferimento, riconoscimento esami, ecc), ma ci sono state anche delle buone opportunità da non ignorare sotto ogni aspetto.
In primis mi hanno offerto un buon lavoro estivo come bagnino, e già da maggio ero contrattato e tutto.
In secundis, sono stato pure selezionato per il progetto ERASMUS, e l'anno prossimo sarei dovuto stare 9 mesi in Portogallo.
Fortunato direste! Eh? una bella cosa,no?
Beh anch'io la pensavo così, e come un novello ragioner Ugo FanTOCCI, mi esaltavo alla sola idea e ho cantato vittoria forse fin troppo presto.
Arriva Giugno e arrivano le decisioni, confermo l'erasmus, chiedo al lavoro di cominciare più tardi causa esami in corso. Tutto ok. Dopo una settimana dall'ok, scopro che l'ultima settimana di agosto sarei già dovuto essere a Leiria (Portugàl) per il corso intensivo di lingua. E qua le cose si cominciano a complicare. Già metà giugno me la giocavo con gli esami, ora anche metà agosto se ne andava, per di più da ferragosto in poi, periodo critico e di massimo acume per il tasso turistico nel mio paese!
C'era una sola soluzione per questa babilonia: dovevo sacrificare il lavoro in favore di un'occasione imperdibile quale l'esperienza all'estero...capiranno i miei superiori.
Ma ecco che proprio quando tutto scorreva per il verso giusto, quando anche questo grande piccolo ostacolo era superato, ecco appunto che il destino o sorte ingrata, o sfiga o chedirsivòglia, tiene un nuovo sgambetto in serbo per me e la mia ascesa al Monte Fortuna.
Dopo aver compilato cartacce, dopo aver passato un week-end a LaSpezia non in relax ma a giri di chiamate per info, dopo tre ricariche, 200 minuti, 4000 messaggi, 10€ di internet point a Teramo, e uno stress da cavallo, proprio all'ultimo, alla fase più semplice della procedura, veniamo stroncati in pieno come giunchi al vento in un estate bulgara di disboscamento. I prof teramani non possono accettare gli esami proposti da fare all'estero. Sebbene la facoltà scelta fosso uguale, sebbene persino il nome dell'esame era uguale (solo che in portoghese), sebbene l'università fosse gemellata (sennò come ci potevo andare?), sebbene, anzi nonostante tutto ciò non c'è stato niente da fare!
In tre minuti e quarantacinque secondi, mi crolla tutto addosso.
Ho dovuto dire addio a:
- lavoro estivo, che significava possibilità di portare una macchina a Teramo, che a sua volta significava prosperità e potere;
- un ottimo incentivo agli studi dato dal profitto estivo, che era molto eloquente;
- al progetto ERASMUS, opportunità molto ambita e tutto quel che vuoi a riguardo;
- fiducia negli uffici del cazzo che quando vai ad informarti è tutto bello, tutto carino, facile, tutto rose e fiori; e poi appena accetti quella cosa è come fare un patto col demonio e non te ne esci più nemmeno se ti ammazzi, e alla fine ti fanno fare quello che dicono loro e tu se non ti informi te la prendi sempre nel sedere, anzinò IN CULO! -scusate la sottigliezza-
Alla fine dei giochi eccomi qua. Delusione, amarezza, rabbia... e poi ancora rabbia e odio per essermi fidato. Io, personcina per bene, che non conosce la cattiveria della burocrazia, dei sistemi, le angherie di gente limitata che si vendica su inermi sconosciuti per cosa poi, chissà.
Ora, oggi, sono di nuovo davanti ad una scelta. Ho una nuova proposta di lavoro, le condizioni sembrano ottime...ma ho paura di buttarmi.
Ecco che cosa ho imparato quest anno. Speriamo nel prossimo ci sia una lezione meno avvelenante...