venerdì 2 ottobre 2009

20 ANNI: RESOCONTO DI UN PO' DI VITA-part2



15 luglio

-Puff pant...sono riuscito a sfuggire a quella macchina infernale. L'ho ingannata col trucco del meccanico ehehe! Ho messo un cartello "CAMBIO OLIO GRATIS" e quella ci è cascata come un'allocca; appena entrata nella mia officina fittizia l'ho smontata pezzo pezzo. Sono un genio ahahahah!!

Comunque tornando a noi eravamo rimasti alla fine delle medie. Ebbene, i cinque anni successivi contengono tutti quegli aspetti che hanno poi delineato la conformazione (o deformazione) mentale di ognuno in senso critico e in relazione alla società per la prima, vera, volta. Come molte cose, tutto cominciò in una tiepida giornata di settembre. In quella minuscola classe trovai a mia insaputa un mondo grande, fatto di conoscenze più uniche che rare, ma anche di grandi pezzi di merda (di cui per ovvi motivi igienico-sanitari non tratterò). Comunque c'è da dire che non rimpiango nulla del periodo, nemmeno le cose negative, perchè mi hanno insegnato il come rapportarsi a determinate situazioni anche molto irritanti. Considerate che, anche se non sembra, mi innervosisco facilmente, e le scintille son pronte a darmi fuoco. Diciamo dunque che ho sviluppato una piccola patina ignifuga (si scrive così?).
Comunque sorpresa delle sorprese, il primo giorno di scuola mi ritrovai accanto a Valentina, con cui ho passato praticamente tutta la vita scolastica. Dalle elementari fino al liceo, son parecchi anni...che pazienza eh? (ihihi cmq scherzo). Ma lì nelle prime file si nascondeva, sotto strati di timidezza, un'altra creatura (che dire persona è eccessivo o troppo poco). Zanfino Stefano, mi pare si chiamasse, ma da lì a poco il mondo intero e, perchè no? anche il Nepal, l'avrebbe conosciuto come il Zaffo!!!
Con lui le ore, i giorni, le settimane e i mesi passavano subito...beh forse i mesi no. Nemmeno le settimane...ma i giorni sì ihihi! Comunque anche troppo in fretta, perhè tra una cazzata e l'altra ti ritrovavi sempre con mezzo libro arretrato. Certo, sempre che si sia scartato. Badate bene, questa non è una delle solite sboronate che si dicono per fare i fichi, che si dice tipo: "Hhha! io i libri li ho ancora nel celofàn (che so che non si scrive così, ma mi piace come si pronuncia...)". E poi, invece si studia sempre per paura dei prof o delle mazzate dei genitori. Noi davvero un libro non l'abbiamo mai usato, e mica una materia qualsiasi, era Latino! E i risultati si son visti poi ehehe.
Comunque con Zaffo c'era e c'è tutt'ora una complicità assurda, che ha poi costituito la base della nostra fase creativa. Da lì son nate molte cose, ma la più nota e l'unica decente per la pubblicazione è stata "V for V°A". Raccolta di tavole sulla vita scolastica in cui Tocci e Zaffo erano preda di mille peripezie.
Ma dentro a quel brodo primordiale del primo giorno vi era un'altra personalità altamente inespressa. Ebbene sì costui era Rimo! Non vi sono parole per descriverlo. C'è chi ha detto che era il nuovo messia, chi un parente di Rocco Siffredi, chi un grande sex symbol al pari di Costanzino.... chi solo un idiota come tanti. Quest ultimo non ha goduto di vita duratura... Mai sfidare l'immenso potere di Rimo. Mai! Fattostà che Rimo, che in primo non parlava mai con nessuno (nemmeno sotto interrogazione), arrivato in quinto si è aperto totalmente. Anche troppo forse... infatti cominciava a sparare troppe cazzate e il suo alone di misticità si assottigliava via via. Ma nonostante tutto il risultato era soddisfacente. Io e Zaffo abbiamo fatto un buon lavoro, abbiamo rotto il guscio di Rimo, e lui ci ha ripagati rompendo i nostri....ihih.... Facciamo proprio del bene alla gente.
Ma si sa, che dopo l'anno scolastico arriva la tanto agognata estate. E le estati post liceo sono state le più strane ed imprevedibili. Infatti nell'estate tra il secondo e il terzo, cominciai a lavorare come bagnino in piscina alla Zinzulusa. Lì trovai come capo una vera e propria istituzione del ghetto Zinzulusa. Lui si chiamava Birroccia. Il lavoro logorava le forze e lo spirito, e noi rinsanavamo entrambi con massicce dosi di birra. Da lì conobbi tutto il giro di amicizie dei "più grandi". Questi erano coloro che avevi sempre visto nel paese, ma che non sapevi come si chiamassero o minimamente cosa facessero. Così li tenevi sempre su piedistalli, distanti nella loro posizione. Per rispetto ci parli non più del necessario. Poi scopri che non sono così diversi da te e tutto si scioglie e va più fluido. Fu così che conobbi la compagnia della piscina, ossia Schifano, Cesco, Ashi, Zecca, Caprino, Simone, Silvano, Frisella & co. Le serate dopo il lavoro andavano via tra chitarre, tamburelli, mare, vino, discorsoni sulle sorti dell'universo e le immancabili birre.
Ma ora, a un po' di anni di distanza, tutto ciò sembra evanescente. Si respira aria pesante, incomprensione e la solidità del gruppo, se non già svanita, sta vacillando. Forse io non posso capire perchè sono uno degli ultimi arrivati, ma dal canto mio spero che se non tutto ma in parte si torni come prima. Non sarà facile, nè immediato. Lo so.
Con questa divagazione siamo ormai arrivati a giorni recenti, e quindi al periodo dell'università.
Anche qui ci si lascia dietro un po' di gente per poi trovarne altra avanti. E per mia fortuna ho trovato nuovi amici o compagni, ma sicuramente coinquilini incredibili. Il posto non era granchè, ma noi bastavamo a riempire le vuote giornate di quella città fredda e pericolante. Noi, Aldo, Peppe, Franky, Marco e Antonio: i Pettino boys, noi la Franky Family, noi i terremotati. Noi quelli che a settembre stanno punto e a capo e non sanno dove andare a sbattere prima la testa. Noi che abbiamo tutto da rifare. Noi che ce la prendiamo sempre in quel posto lì. Insomma noi..ecco.
Ma prima di tutto noi eravamo quelli che organizzavano i party a casa in stile americano, alla faccia della signora pazza di sopra, che vedeva gli ufo e che ogni tanto andava dall'esorcista. Eravamo quelli che andavamo a lezione giusto per vedere se c'era la "Ray-Ban"(Marco). E se non c'era via al biliardino, caffè o birra e di nuovo a casa a cazzeggiare o dormire (Franky). Noi eravamo quelli che si alzavano alle due o alle quattro di pomeriggio, e andavano a letto alle sette di mattina perchè azzeccavano davanti al pc (Antonio). Eravamo quelli che organizzavano tresche di poker con gente sconosciuta (Peppe). Eravamo quelli che ogni scusa era buona per bere, noi che facevamo gli scherzi telefonici....
Ma dopo quel triste giorno, le stade si son separate. Dopo quel 6 Aprile lottiamo contro il mondo anche solo per vederci. Lì abbiamo lasciato molti ricordi, amicizie lontane, e anche amori appena nati.
Ed eccomi qui a 20 anni, con un'operazione all'ernia, una denuncia per molestie a mezzo telefono, un terremoto sulle spalle.
Una ragazza che amo tanto e che farò di tutto per avere sempre vicino!

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