venerdì 2 ottobre 2009

Per il corso di un Fiume

13 maggio
Sull'altra sponda, c'eri tu.

Ti ho vista mentre il sole asciugava i tuoi capelli,
e il vento li pettinava. Ti ho vista cingerti i seni,
con le foglie dell'albero di vita, ho visto i semi
e le bacche nutrire la tua fame, come la madre
allatta il suo bambino. Ti ho vista, mentre inseguivi
la tua ombra, scappando dalle fiamme del tramonto.

Ti ho vista, ti vedevo. Ma ora sull'altra sponda
hanno eretto un muro. Nè sole, nè vento
riusiranno a raggiungerti. Solo una lenta, fissa,
penombra pesante, che si raffredda sempre più,
come il corpo di un soldato appena caduto nella battaglia.
Tu cadi, e spiri ogni giorno che passa.

Ti illudi, di poter scappare, imprimendo
i tuoi pensieri sul muro. Ma come sabbia
spazzata dal mare, quei disegni svaniscono,
nel grigio sempre uguale, di quella maledetta
costrizione. Nemmeno i gusti e gli odori
riesci a sentire. Sei uno stelo, in attesa di essere strappato.

La notte ti svegli, ma non lo sai.
Vaghi nel vuoto più assoluto credendo
fosse un incubo. Ma sei sveglia e non lo sai.
Il giorno sogni, e credi di vivere lasciandoti
dietro quella nausea. Sogni di essere fuori,
e le paure, e i rimpianti sono dentro il muro.

Ma non distingui notte e giorno,
non distingui vita e sogno, sei in gabbia,
e solo un puzzo squallido di vomito e piscio,
scandisce il tempo nella tua prigionia.
L'albero di vita è un tizzone bruciato
nel fuoco della morte. Solo il fiume lo spegnerà.

Son tornato, un giorno sulla mia sponda,
per vedere sull'altra. Solo una gran nube
vi scorsi, e al termine di un uragano di parole,
pensieri, immagini e suoni, più nulla vi rimase.
Non era più il muro, non era più il buio del
grigio cemento. Solo una fioca luce, e scrutando meglio,

Sull'altra sponda c'eri tu.

Nessun commento:

Posta un commento